sabato 15 ottobre 2011

Serie TV americane VS Fiction italiane

Perchè Castle e Patrick Jane vincono su Don Matteo o i Cesaroni?

Sarà perchè sono cresciuta a pane e "Saranno Famosi" o perchè non mi risconosco affatto negli stereotipi dei Cesaroni, ma più proseguo nella mia conoscenza delle serie TV americane, più mi convinco che siano centinaia di passi davanti a noi.



Ora che posso gustarmele anche in lingua originale, poi, il confronto con le fiction Made in Italy è ancora più impietoso. Ma di chi è la colpa?

Secondo me, in primis, una grande responsabilità spetta agli autori. Non si tratta solo di pigrizia "creativa" la loro, che si traduce nel copiare letteralmente format americani adattandoli alla realtà italiana (pensiamo a RIS versione italiana di CSI) ma di una incapacità di dar vita a personaggi che siano in grado di catturare gli spettatori e, in un certo senso, di farli innamorare.

Ci sono tantissime serie italiane molto seguite e di successo, mi direte voi, ma quanti dei loro personaggi sono talmente "forti" da rimanere nel cuore della gente? Da scatenare la passione dei telespettatori, discussioni in forum e la creazione di fan fiction (siti dove gli appassionati scrivono storie alternative rispetto all'andamento della serie in onda)? Non dico che la fiction italiana sia totalmente da cestinare, qualche esempio di buona TV c'è, penso per esempio al "Commissario Montalbano", ma c'è molto da fare.

Qualcuno, poi, mi può spiegare perchè i poliziotti/carabinieri italiani non sono in grado di investigare da soli?? Perchè devono essere sempre aiutati da preti, genitori, fratelli, cugini, bambini o cani? O perchè il commissario di turno deve essere sempre un po' imbranato con le donne oppure, al contrario, "bello e dannato"?

La colpa comunque non è solo degli autori, anche gli attori si mettono d'impegno. Non parlo di Manuela Arcuri o Milena Miconi, che non considero attrici (sarebbe come sparare sulla croce rossa!!), ma mi riferisco a quelli che dovrebbero davvero essere attori con la A maiuscola!

La caratteristica che mi lascia sempre a bocca aperta degli attori delle serie tv americane è la loro capacità di entrare nel personaggio, di essere Patrick Jane (The Mentalist) o il vampiro Bill (True Blood), e di trascinarmi all'interno della storia al 100%. Sono talmente bravi da trasformare il loro modo di parlare, il tono di voce tanto che, quando li senti parlare nelle interviste (e sono loro stessi), appaiono completamente diversi, come fossero,appunto, un'altra persona.

Quando intervistano Banfi o Scarpati, non me ne vogliano, ma mi sembra di sentir parlare nonno Libero o Lele Martini! E' come se i nostri attori, piuttosto che interpretare un personaggio già definito, prestassero il loro modo di fare alle fiction. Paradossalmente noto la stessa capacità interpretativa degli americani nei cossiddetti attori comici, quando interpretano ruoli drammatici (es. Francesco Salvi o Ezio Greggio).

Che dire, io adoro personaggi come Patrick Jane (The Mentalist) o Walter Bishop (Fringe) e mi piacerebbe tanto che, invece di copiare le idee, imparassimo qual'è il trucco degli americani, per creare storie e personaggi veri ed indimenticabili.

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